Più che appunti di cuoche frettolose, qui c’è meticolosità, desiderio di codificare tipo di ingredienti e di procedure, esigenza di un ordine non ossessivo, ma pacato, come quello che regolava tempi e vita della Villa. Il risultato è un insieme di ricette che non hanno un’impronta territoriale ben identificabile, né uno stile univoco. Sembrano piuttosto essere figlie della cultura e della provenienza di chi le ha create e scritte, modulate probabilmente sulle possibilità di approvvigionamento delle materie prime.
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